Batteria Pop

LELE MELOTTI

Gabriele “Lele” Melotti è nato a Castelfranco Emilia (MO) Ha iniziato gli studi formali seguendo il corso di Percussioni al conservatorio di Bologna, e successivamente si è formato alla batteria con il maestro Enrico Lucchini.
Ha cominciato la carriera professionale con orchestre da ballo e con la big band del conservatorio di Bologna.
Ha registrato album con molti artisti tra cui: Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni, Mia Martini, Renato Zero, Mina, Zucchero, Adriano Celentano, Fiorella Mannoia, Pino Daniele, Randy Crawford, Fabrizio De André, Mango, Luciano Ligabue, Antonello Venditti, America, Loredana Berté, Raf, Gigi D’Alessio, Angelo Branduardi, Gianluca Grignani, Alex Britti, Anna Oxa, Marco Masini, Francesco Renga, Malika Ayane, Alejandro Sanz, Sergio Dalma, Alex Ubago, Luis Miguel, Rachel Z. ecc…
Lele Melotti ha suonato nell’orchestra di Sanremo in tre edizioni del festival (nel 1990, 1991 e 1992) in diverse altre trasmissioni televisive ed eventi live, ha suonato in tour a livello internazionale con Eros Ramazzotti, Zucchero Fornaciari, Fabrizio De Andrè, Angelo Branduardi, Fiorella Mannoia, Adriano Celentano, Franco Battiato, Louis Miguel, Mia Martini, Loredana Bertè, Pino Daniele, Claudio Baglioni, Renato Zero, ecc..

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ROBERTO FABRIS

Le caratteristiche che metto a disposizione per gli allievi sono la passione e la dedizione per la Batteria. Il piano di studi si prefigge di preparare sia l’allievo che intende fare della musica una professione, sia l’allievo che intende suonare in maniera amatoriale. Si terrà conto, per l’orientamento didattico da intraprendere, delle caratteristiche di ogni singolo individuo, quali l’età, la preparazione e le potenzialità, mettendo a disposizione di ognuno gli strumenti di Teoria e di Tecnica che contribuiscano a formarlo come Batterista e come Musicista.

Il Corso è sia per gli allievi che si avvicinano per la prima volta allo studio della batteria o che hanno già una cognizione di base dello strumento

Il percorso didattico prevede:

La conoscenza dei vari pezzi che compongono la batteria e l’approccio allo strumento nel suo insieme; la postura e la disposizione dei vari pezzi che compongono lo strumento al fine di rendere agevole i movimenti; la conoscenza dei diversi tipi di impostazione delle mani; la tecnica sul tamburo e le sue applicazioni a tutto lo strumento; il groove, il suono, l’accordatura, l’utilizzo del click la conoscenza delle note e della lettura musicale e la sua applicazione alla batteria; lo studio dell’indipendenza dei quattro arti; lo studio di tempi semplici e la loro applicazione.

La finalità del corso è di preparare l’allievo per poter iniziare a suonare ed avere così la possibilità di partecipare a gruppi e laboratori è di fornire gli strumenti che possano permettere all’allievo di esprimere al massimo le proprie capacità ed il grado di preparazione.

  • Conoscenza e approccio allo strumento
  • Studio della tecnica sul tamburo e dei rudimenti (rulli, paradiddles, flams, etc. etc.)
  • Applicazione dei Rudimenti alla Batteria
  • Studio delle note, dei valori, della scrittura e della lettura musicale
  • Studio dei tempi
  • Analisi degli stili musicali
  • Applicazione dei groove su basi musicali
  • Lavoro su basi musicali con l’uso del click

La didattica del corso, prevede l’utilizzo, di alcuni, tra i più importanti metodi di Batteria e lettura musicale, quali:

  • Buddy Rich’s Snare Drum Rudiments (Henri Klickman & Henry Adler)
  • Rudimental Patterns (Joe Crusatis)
  • 4 way cordination (Marvin Dahlgren)
  • Solfeggi ritmici (Dante Agostini)

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Batteria Jazz

Parlare di un corso di batteria Jazz oggi significa introdurre immediatamente una tale quantità di variabili che si corre subito il rischio di perdersi nel dedalo delle possibili accezioni del termine Jazz, ma in effetti una riflessione seria non può comunque prescindere dal porre, a chi si affaccia alla materia, un quesito assolutamente necessario: cosa intendiamo oggi per Jazz?

E la risposta non è meno complessa e composita della domanda, e dunque cercheremo una via per capire cosa sia questa musica, nascosta e un po’ misteriosa per molti, una via “utile”, più che “giusta”, accogliente e non “respingente”, insomma un modo di approcciare la materia che ci permetta di capire come mai il Jazz si sia imposto come la musica certamente più importante, caratterizzante e significativa del XX secolo.

Già dal suo principio l’origine “meticcia” dal Jazz, incontro di culture diverse, tra traslazioni di Africa ed Europa, denota questa musica come un luogo “accogliente”, nel quale la convivenza di elementi apparentemente molto lontani tra loro trova una capacità/possibilità di convivenza, stratificazione e sviluppo uniche, e la rende una musica non mai “passatista”, congelata nel tempo, ma sempre attuale e disposta a confrontarsi con ogni tipo di istanza contemporanea.

In questo senso la vitalità del Jazz nella sue varie e diverse stagioni è proprio dipesa, e dipende ancora, dalla sua capacità di non farsi imbrigliare in stili, stilemi e “generi” che vanno via via cristallizzandosi, diventando in qualche modo fenomeni stereotipati ma, al contrario, come le migliori opere dell’ingegno umano, dalla necessità di trovare quelle “vie di fuga” necessarie che lasciano parole non dette nelle mani dei musicisti che verranno domani.
In termini pratici, parlando di un programma per un corso di batteria Jazz, ne consegue che lo spettro dei problemi da affrontare progressivamente sia necessariamente vasto, spaziando da elementi di base della tradizione ritmica sia Europea che Afro-Americana, per passare attraverso elementi specifici dell’evoluzione strumentale della batteria (strumento genuinamente sviluppatosi parallelamente alla storia del Jazz, in un percorso lungo almeno cinque o sei decenni, dalla fine degli anni ’20 fino almeno alla fine degli anni ’70), fino alla possibile commistione con elementi di musiche europee dell’oggi, o contemporanee, saldandosi così in un cerchio ideale che, partito dall’Europa cinque secoli fa, vi fa ritorrno, non senza traumi e scossoni, dopo essersi confrontato con la più grande e straordinaria cultura ritmica a noi nota, cioè l’insieme, così incredibilmente vario, sofisticato e diversificato, delle musiche che compongono l’universo e i cieli d’Africa.

Docente