Bruno Chevillon

Bruno Chevillon – Curriculum Vitae

Considerato uno dei migliori contrabbassisti nell’ambito della musica contemporanea, al confine tra libera improvvisazione e free jazz, Bruno Chevillon, si è affermato grazie al suo notevole talento sia come accompagnatore che come improvvisatore in grado si esplorare con duttilità le capacità espressive dello strumento .
Grazie all’eleganza del suo gesto improvvisativo, sulle orme di Jean-François Jenny-Clark, Joëlle Léandre e Barre Phillips, integrando le innovazioni che questi grandi musicisti hanno apportato al contrabbasso, ha raccolto l’attenzione di grandi artisti della scena francese tra cui, per citarne alcuni Louis Sclavis, D.Humair, M. Portal.
Il suo approccio sofisticato allo strumento, al rapporto fisico e alla curiosità con lo stesso, la sua attenzione al suono, al gesto, hanno sviluppato notevolmente le sue capacità come solista in grado di andare oltre alle norme stilistiche: un musicista votato alla sperimentazione. Questo approccio è stato fin dai primi anni di studio incentivato dalla sua formazione multidisciplinare: ha infatti studiato arte e fotografia presso l’Accademia delle Belle Arti in contemporanea agli studi di contrabbasso classico presso il Conservatorio di Avignon.
Nel 1982 studiò con André Jume che lo coinvolse nei suoi progetti per poi collaborare con GRIM, un’associazione marsigliese dedita all’improvvisazione di cui faceva parte il chitarrista Jean Marc Montera.
La sua carriera svolta notevolmente grazie all’incontro con Louis Sclavis nel 1985 con il quale inizia un sodalizio che lo porta ad essere parte integrante di tutti i suoi progetti. Ha inoltre fatto parte della “Marvelous Band”, del quartetto di F. Paulin e di C. Ville per “Chamber Music” e “Ellington on the Air” (1991); è stato uno dei membri fondatori dell’ “Acoustic Quartet”, codiretto da Sclavis e Dominique Pifarély, e del trio con Francois Merville; ha suonato in trio con il trombonista Yves Roberts e il batterista Aaron Scott .
Nel 1994 è M. Portal a riconoscere il talento di Bruno. Nel corso degli anni si è affermato come uno dei contrabbassisti più completi della sua generazione, superando l’accademismo, oltre l’estetica precostituita per attuare un processo creativo in continua crescita ed evoluzione. L’iniziale influenza di Scott La Faro e di Gary Peacock, di cui conserva la fluidità delle linee di basso, ha raggiunto una carica espressiva notevole grazie alle sue capacità tecniche, alle sue sperimentazioni con l’arco, con la cassa di risonanza usata in modo percussivo a cui aggiunge la propria voce.
La sua predisposizione a connettere molteplici forme espressive lo ha portato a collaborare a diversi progetti, dalla musica per il teatro, alla danza collaborando con M. Monnier ( Face Nord nel 1991) alla fotografia con Guy Le Querce ( Oeil de Breizh). Ha dato vita ad un recital solistico “Pier Paolo Pasolini ou La Rage Sublime” ispirato al noto regista; ha instaurato una salda collaborazione con il pianista jazz S.Oliva nel 1996 e l’anno successivo, dopo l’uscita dell’album “Jade Vision” ispirato a Bill Evans ha invitato Paul Motian a unirsi . Da questo trio sono usciti due album dedicati alle composizioni del noto batterista “Fantasm” (2000) e “Intérieur Nuit” (2001). La collaborazione con questi due musicisti lo porterà in una nuova formazione nata in omaggio a Lennie T.
Nel frattempo esce “Trois Plan sur la Comète” (2000) dell’altro suo trio con il pianista F. Paulin e il sassofonista F. Corneloup, e collabora con M. Ducret e Daniel Humair nella cui formazione ospitano Ellery Eskelin, e con M.Ducret fonda un’altro trio con il batterista E. Echampard con i quali pubblica “L’Ombra di Verdi” ( 1998), continuando nel frattempo la sua collaborazione con l’amico di sempre Louis Sclavis con il quale pubblica “L’Affrontement des prétendants” (2000) .
L’attività musicale di Bruno Chevillon è ramificata, collabora con molti gruppi che riflettono la sua idea musicale basata sulla musica improvvisata: Régis Huby’s Simple Sound sextet (2002), in trio e quartetto con il batterista Christophe Marguet, in quartetto con Michel Portal’s e con Bojan Z, in trio con Joey Baron e Daniel Humair, con Bernard Lubat e François Corneloup (2005).
Senza mai stabilizzarsi in una nicchia stilistica Bruno Chevillon spazia anche nel mondo della musica contemporanea classica.
Nel 2001 ha creato “Canucile” un’opera per contrabbasso e campionatore con Samuel Sighicelli per “Présences”, il Festival di Radio France. Nel 2005 su commissione di GRM, registra “Nos Vingt Ans” un lavoro sull’improvvisazione basato sul materiale dell’Ina, l’Archivio radiofonico Nazionale, con il fisarmonicista Pascal Contet e la collaborazione del ballerino Christian Rizzo.
Con il clarinettista JM. Folta, Chevillon ha preso parte a “Itinerari Immaginari” di S. Oliva formando il gruppo “Soffio di Scelsi” che trae ispirazione dalle opere del compositore Giacinto Scelsi (1905-1988). “Cette Opacité” è nata dal suo confronto con il compositore, e dal titolo stesso si deduce quanto Bruno Chevillon basi la sua musica sul mistero e sulla costante rivelazione al fine di raggiungere sempre più a fondo gli ambiti inesplorati dello strumento .