Ear training

L’”Ear training” e cioè l’allenamento dell’orecchio musicale è quella disciplina che affina la capacità di discernere i vari elementi del discorso musicale tramite l’ascolto.

Questi elementi: altezza dei suoni, rapporto tra i suoni, melodie, accordi, progressioni armoniche, scale, modi, ritmo, metro, articolazione, timbro, dinamica etc. vengono affrontati separatamente per permettere lo sviluppo di una memoria uditiva di riferimento.

In genere queste informazioni musicali sono già istintivamente presenti in ognuno di noi. Anche chi non ha conoscenze musicali di nessun tipo è in grado di cantare delle canzoni a memoria, spesso anche in maniera accurata. Sovente capita di trovare strumentisti che suonano “a orecchio” non sapendo leggere la musica. Il che significa che nella nostra memoria queste informazioni musicali sono “immagazzinate” in maniera permanente e facilmente raggiungibile.

L’Ear training quindi permette un miglior tuning di questo sistema già esistente in modo che sia funzionale a chi vuol affrontare seriamente lo studio della musica.

Lo studio dell’”ear training” allena lo studente a riconoscere ad orecchio “cosa sta succedendo” in un brano musicale: dalle componenti più istintivamente riconoscibili come il timbro (chi non saprebbe distinguere il suono di un pianoforte dal suono di una tromba?) alle componenti meno immediate come riconoscere le note che compongono una melodia, gli accordi che l’accompagnano etc.

L’allenamento avviene progressivamente per esempio iniziando con semplici relazioni di due suoni (intervalli), con brevi melodie (sequenze di più suoni con un’idea tematica identificabile) o, per far riferimento al ritmo, si inizia identificando le cellule ritmiche elementari ed i metri più comuni intensificandone via via le complessità.

Utilizza l’orecchio relativo e cioè la capacità di riconoscere i rapporti tra i suoni indipendentemente dalla loro altezza assoluta che, a differenza dell’orecchio assoluto (che invece identifica esattamente l’altezza assoluta del suono e quindi il nome della nota) è più agevolmente affrontabile.

La verifica dell’accuratezza dell’ascolto è fatta tramite esercizi di call and response e dettati musicali: dal suono alla carta! …. e quindi di conseguenza si affronta anche lo studio degli elementi essenziali della notazione musicale per chi non ne ha una conoscenza minima necessaria.

E per inverso si utilizzerà la memoria musicale costruita tramite l’esperienze di ascolto per “sentire come suona” una partitura musicale scritta senza averla ascoltata precedentemente: dalla “carta” al suono.

Uno spazio viene anche dedicato al “performance ear training” e cioè a riprodurre sul proprio strumento il materiale sonoro appena ascoltato sia ritmico che melodico.